Perché proprio il venditore?

Premessa 

22 anni. Apro questo piccolo blog per sfogarmi, dato che parlare di lavoro con amici, parenti o partner -a quanto pare- non è un argomento particolarmente gradito. Il lettore perdoni quindi se il testo risulta poco curato. 

Perché proprio questo mestiere? 

1. Fascino

Non ho mai avuto successo nelle relazioni interpersonali. Fin da quando ero ragazzino, trovavo estremamente complicato approcciarmi, avvicinarmi, parlare o provare empatia per un'altra persona. Penso sia stato principalmente per questa mia incapacità che il ruolo del venditore -o un qualsiasi lavoro che comprenda la comunicazione- ha esercitato in me un certo fascino: Vivere di approcci, "avvicinamenti", parole ed empatia verso il cliente. 

Un po' per vincere questa mia difficoltà, un po' per stoicismo, ho deciso di intraprendere questa strada. Alla meglio, migliorerò nella mia (in)capacità di comunicare efficacemente. Alla peggio, farò qualche figuraccia, ma avrò comunque fatto un briciolo di esperienza nel mondo del lavoro.

2. Necessità

Nella mia ignoranza, trovo che la formula rimborso spese + commissione sull'affare si più conveniente rispetto alla formula stipendio fisso. Trovo sia meritocrazia allo stato puro: ognuno prende ciò che merita, in base alle proprie capacità e abilità. Essendo giovane e non avendo figli a carico o mutui aperti, anche se fatturassi meno di mille euro mensili, non avrei particolari problemi. Ciò che mi preme è tenere una parte per il futuro, non sono interessato a auto di lusso o ristoranti stellati, come una grande parte dei miei coetanei.

La formulazione del mio contratto -Procacciatore di affari e Consulente- prevede che non vi siano orari specifici: non c'è il classico 5-9 che ti ancora in una routine, bensì una distribuzione degli orari dinamica, senza lasciare spazio a quelle caratteristiche tipiche della routine, quali monotonia e -alle volte- noia. Ciò ha inevitabilmente un grosso difetto: Ci sono giornate nelle quali si superano con estrema facilità le 8/9 ore di lavoro: si lavora in base a ciò che si ha da fare, e a quanto si è disposti a sacrificare. 

     


 


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